Autosufficienza plasma: obiettivo sempre più lontano

26 Gennaio 2021In Speciali
donazione plasma iperimmune

donazione plasma iperimmuneNel 2020 la raccolta del plasma ha registrato un -2% rispetto al 2019: sono stati infatti 841.332 i kg raccolti lo scorso anno. Nel 2019 la raccolta di questo emocomponente, fondamentale per la produzione di medicinali plasmaderivati, aveva raggiunto gli 858.900 kg, un risultato che aveva fatto chiudere l’anno con un +1,4% rispetto al 2018.

Secondo i dati diffusi dal Centro Nazionale Sangue la raccolta nel 2020 è cresciuta in Emilia-Romagna e in Calabria, mentre è risultata costante nella PA di Bolzano, in Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Marche e Sicilia. Questi dati, tuttavia, non si sono rivelati sufficienti per poter compensare i cali registrati nelle altre Regioni. Il calo registrato evidenzia una difficoltà nel riuscire a perseguire gli obiettivi delineati dal programma annuale di autosufficienza che mira a definire i livelli di raccolta per diminuire la dipendenza dal mercato nordamericano.

Il prossimo futuro riserva tuttavia una notizia positiva che permetterà di salire un altro scalino in direzione dell’autosufficienza nazionale. È infatti in arrivo dall’Europa un finanziamento di 7 milioni di euro volti a rafforzare la capacità delle strutture trasfusionali di raccogliere il plasma, nell’ambito di un programma per il supporto della raccolta del plasma da convalescenti da Covid-19. “Il tema del plasma iperimmune ha fatto scoprire a molte persone il ‘mondo’ del plasma” – spiega il direttore del Centro Nazionale Sangue Vincenzo De Angelis -. “La speranza è che ora questa consapevolezza si traduca in un aumento di questo tipo di donazioni, che sono fondamentali per molte categorie di pazienti”.

Le difficoltà nella raccolta del plasma non riguardano solo l’Italia: stessi cali si sono registrati in tutti i Paesi e in particolare negli Usa, i principali produttori mondiali, dove si è osservato un calo stimato tra il 20 e il 30% rispetto allo scorso anno. Il dottor Vincenzo De Angelis dichiara: “Se si sommano il calo del contributo proveniente dalla raccolta nazionale, che comunque garantisce livelli di autosufficienza compresi tra il 70-90% per i differenti medicinali plasmaderivati, alle medesime difficoltà riscontrate all’estero, è possibile attendersi una minore disponibilità di alcuni farmaci”.

Il Presidente Nazionale FIDAS, Giovanni Musso, accoglie la notizia commentando: “Siamo felici dei finanziamenti in arrivo dall’Europa, che permetteranno alle singole Regioni che ne hanno fatto richiesta di incrementare la propria capacità di raccolta, a beneficio di tutti quei pazienti che necessitano di trasfusioni di plasma e di medicinali plasmaderivati. Tuttavia è preoccupante quello che può attenderci tra qualche mese, considerato che il calo nella raccolta del plasma non riguarda solamente il nostro Paese ma anche quei Paesi dai quali l’Italia ancora dipende per la produzione di medicinali plasmaderivati. Negli scorsi mesi le associazioni e federazioni del dono, riunite nel CIVIS, hanno scritto ben tre volte al Ministro della Salute richiedendo un incontro per poter organizzare una campagna di promozione del dono del plasma e per definire strategie di contenimento di possibili carenze nella raccolta di immunoglobuline. FIDAS è infatti impegnata nel promuovere la consapevolezza del ruolo strategico rivestito dal plasma, quale elemento fondamentale per la cura dei pazienti. L’incontro, tuttavia, non è mai avvenuto: colpisce il fatto che il Ministro, più volte sollecitato, non abbia proceduto a dare luogo all’incontro. Vogliamo sperare che l’attuale crisi di Governo non costituisca un ulteriore ritardo nell’affrontare questi importanti temi e auspichiamo per il futuro una maggior sensibilità all’argomento“.