Le Associazioni Europee no-profit chiedono investimenti per raggiungere l’autosufficienza plasma

17 Luglio 2020In istituzionali
donazioni plasma

donazioni plasmaPiù investimenti per finanziare i servizi trasfusionali non aventi scopo di lucro e impegnati nella promozione del dono del plasma. Questo chiede l’European Blood Alliance (Eba), l’Associazione che riunisce i sistemi sangue dei Paesi dell’Unione Europea e dell’Associazione Europea per il Libero Scambio, formata da 26 membri per una media di 17 milioni di donazioni all’anno.

Ma perché è importante promuovere il dono del plasma in Europa? Ad oggi la maggior parte del plasma raccolto da aferesi viene fornito dagli Stati Uniti, che soddisfano il 71% della richiesta mondiale del plasma, a fronte di un 10% raccolto dai Paesi Europei. Questo squilibrio crea una forte dipendenza da parte dei Paesi Europei nei confronti degli Stati Uniti, elemento che potrebbe diventare critico con l’attuale pandemia, che potrebbe spingere gli Stati Uniti a non garantire più le forniture di medicinali plasmaderivati.

Il Direttore del Centro Nazionale Sangue, Giancarlo Maria Liumbruno, ha affermato: “L’iniziativa dell’Eba volta a sensibilizzare le istituzioni europee sull’importanza di sostenere anche finanziariamente le strutture che raccolgono plasma senza fini di lucro e da donatori volontari e non remunerati è fondamentale una proposta che se venisse accolta porterebbe benefici anche alle strutture italiane. Un supporto che ci consentirebbe inoltre di facilitare l’accesso alle strutture di raccolta. L’Italia sta infatti portando avanti un Programma nazionale plasma per aumentarne la produzione ed eventuali finanziamenti, anche di matrice europea, sarebbero benvenuti. È indispensabile acquisire un diffuso livello di consapevolezza non solo a livello italiano ma anche europeo che il plasma è una ‘risorsa strategica’ in quanto ‘materia prima’ per la produzione di farmaci plasmaderivati salvavita”.

Sono molti i farmaci plasmaderivati, tra i principali ricordiamo: l’albumina, le immunoglobuline, l’antitrombina, i concentrati di complesso protrombinico (CCP), il fibrinogeno, il fattore VIII (FVIII) della coagulazione, il fattore IX (FIX) della coagulazione, il fattore VII (FVII) della coagulazione, il fattore XIII (FXIII) della coagulazione.

Moltissimi i pazienti che possono necessitare di questi farmaci, sia per cure temporanee, sia per cure che possono accompagnare l’intero arco di vita del paziente. Persone affette da patologie del fegato, gravi ustionati, pazienti affetti da emofilia A o B, da immunodeficienze primitive, patologie autoimmuni, disturbi neurologici o processi infiammatori sistemici.

Ricordiamo inoltre il ruolo fondamentale dei donatori non retribuiti: un sistema che vede l’Italia in prima linea, al contrario degli Stati Uniti dove vi è un meccanismo di raccolta retribuita del sangue. Un modello, quello americano, che negli anni ha dimostrato criticità e debolezze in quanto si sono verificati casi in cui donatori non sani hanno celato il proprio stato di salute pur di ricevere il compenso economico previsto.

Giovanni Musso, Presidente Nazionale FIDAS, in merito dichiara: “Il sistema trasfusionale Italiano basato sulla donazione di sangue da donatori volontari, periodici, responsabili, anonimi, e non retribuiti è la migliore garanzia per la qualità e la sicurezza delle terapie trasfusionali e risorsa strategica per il Paese!