“Plasma è donazione di serie A”: il commento del presidente Musso al calo del 2022

18 Gennaio 2023In Eventi Fidas

“Donare plasma è una donazione di serie A” così commenta Giovanni Musso, presidente di FIDAS Nazionale, sul suo profilo Twitter il calo di donazioni di plasma avvenuto lungo tutto il corso del 2022 emerso dal monitoraggio del Centro Nazionale Sangue a inizio nuovo anno.

Musso continua così: “Ancora pochi conoscono questa tipologia di donazione che è necessaria per curare molte patologie anche gravi e per produrre farmaci salvavita, sarebbe importante che tanti si avvicinassero a questo tipo di donazione, che è meno impegnativa della donazione di globuli rossi perché richiede livelli emoglobinici inferiori”.

Secondo l’articolo pubblicato nel sito web dell’istituto sono circa 20mila le sacche di plasma mancanti dalla raccolta del 2022 e secondo la stessa fonte “la causa principale del crollo della raccolta è ascrivibile all’andamento dell’epidemia di Covid-19 e in particolare alla variante Omicron” e ai picchi di contagio che si sono susseguiti durante l’anno. In corrispondenza ai periodi in cui la variante colpiva maggiormente si sono visti cali nella produzione di plasma del 10%, 13% e 6,7%.

L’istituzione ha inoltre posto l’accento sulla mancanza di medici disponibili per le trasfusioni e ha detto: “Nonostante l’impegno messo in campo ogni giorno, i servizi trasfusionali devono fare i conti con una grave carenza di personale, che incide inevitabilmente anche sulle attività di raccolta di sangue e plasma”.

Per compensare alla carenza l’istituto ha indicato che è sempre più necessario rivolgersi all’estero per l’acquisto della risorsa necessaria per i farmaci plasmaderivati. Vincenzo De Angelis, direttore del Cns, ha commentato così: “Contrariamente ai globuli rossi, l’Italia non è autosufficiente per il plasma e questo ci espone a dei rischi che, come ci ha fatto capire il Covid, sono meno ipotetici di quanto non ci aspettassimo.

Fortunatamente la generosità degli italiani non è mai venuta meno, neanche nei momenti più bui della pandemia, e ci sono intere categorie di potenziali donatori che sarebbero ideali per il plasma, chi ha il gruppo sanguigno AB per esempio, o le donne, per un minore impatto su riserve di ferro e sui valori di emoglobina. Alla fine basterebbe solo uno sforzo in più da parte di tutti gli attori del sistema”.