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Donare sangue e emocomponenti: un gesto semplice ma che può fare tantissimo.

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Donare ai tempi del COVID

Sì: è possibile e previsto dalla legge anche per le Regioni gialle, arancioni o rosse, infatti il DPCM del 03 novembre 2020 indica tra le misure di contenimento del virus anche la limitazione degli spostamenti in entrata e in uscita dai territori o all’interno dei medesimi territori (regionali o comunali) individuati “salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute”.
 Il Ministero della Salute con la Circolare Prot. 36384 del 09 novembre 2020 chiarisce ogni dubbio evidenziando come sono autorizzati gli spostamenti dei donatori, o aspiranti donatori che escono di casa per recarsi a donare presso le unità di raccolta fisse o mobili. Questo perché, come già evidenziato durante la prima fase dell’epidemia, attraverso le note del 10 marzo 2020:

  • le attività di donazione del sangue e degli emocomponenti sono livelli essenziali di assistenza sanitaria, ai sensi dell’art.5 della legge 219/2005;
  • una eventuale carenza di emocomponenti impatterebbe negativamente sulla possibilità di mantenere la continuità delle attività assistenziali indifferibili di medicina trasfusionale erogate quotidianamente a circa 1.800 pazienti
In questi giorni più del solito, è importante fissare un appuntamento prima di spostarsi, al fine di evitare inutili attese, possibili assembramenti e poter effettuare il pre-triage telefonico a tutela della salute di tutti.

Il Ministero della Salute con la Circolare Prot. 36384 del 09 novembre 2020 chiarisce ogni dubbio evidenziando come siano autorizzati gli spostamenti del personale associativo operante presso le unità di raccolta fisse o mobili. L'autorizzazione è legata al fatto che i volontari sono impegnati in attività sanitaria necessaria a garantire l’attività assistenziale di pazienti che necessitano trasfusioni.

Nel caso in cui nella sua Regione o località siano limitati gli spostamenti, la donazione di sangue ed emocomponenti rientra comunque tra le motivazioni di “assoluta urgenza” in base a DPCM del 03.11.2020. Il motivo è dovuto al fatto che le attività sanitarie di donazione e raccolta del sangue e degli emocomponenti sono livelli essenziali di assistenza (art. 5, legge 219/2005) che garantiscono la continuità del supporto trasfusionale.

Al fine di evitare contagi sono state adottate diverse misure: tutti i donatori (o aspiranti) sono invitati a presentarsi presso i servizi trasfusionali o i punti di raccolta solamente dopo aver prenotato la propria donazione, al fine di evitare assembramenti e quindi riuscire a garantire la distanza sociale utile ad evitare la diffusione del virus.Al momento della prenotazione della donazione, viene effettuato un veloce pre-triage telefonico per valutare lo stato di salute del donatore, allo scopo di programmare la donazione solamente di quei donatori in buono stato di salute.Prima di accedere agli ambienti preposti al dono (servizi trasfusionali, punti di raccolta o unità mobili) viene misurata la temperatura corporea di tutti, in modo da consentire l’accesso solamente a chi in buono stato di salute.All’interno dei locali preposti al dono vengono utilizzati gel igienizzante e mascherine. Donare continua ad essere sicuro, anche durante la pandemia.

Ad oggi la normativa prevede la possibilità di spostarsi solo per cause di “assoluta urgenza” e la donazione del sangue rientra tra queste, tuttavia a tutela della salute di tutti non è prevista la possibilità di spostarsi per più persone insieme.È fatta eccezione se due persone, appartenenti allo stesso nucleo familiare, si sono entrambe prenotate per la donazione ed hanno effettuato il pre-triage telefonico, superandolo positivamente.In tal caso si tengano in considerazione le linee guida del Ministero della Salute in merito agli spostamenti: dopo aver guidato è importante lavare sempre le mani e non toccarsi mai occhi, naso e bocca; in auto si può viaggiare al massimo in due persone, mantenendo la distanza di sicurezza (come evidenziato nella grafica del Ministero).

Non ci sono motivi per non iniziare a donare in questo periodo ma a tutela della sua salute e della salute delle altre persone, è fondamentale prenotare la donazione prima di recarsi presso il servizio trasfusionale o il punto di raccolta. Per poter prenotare la donazione presso l’Associazione FIDAS a lei più vicina può utilizzare il menù presente nel sito, scegliendo sotto la voce “Federate” la sua Regione di appartenenza. Ricordi di portare con sé: tessera sanitaria, un documento valido e l’autocertificazione sulla quale indicare come motivazione per il suo spostamento “assoluta urgenza”.  Prima della donazione è possibile fare una leggera colazione con: thé, caffè o succo di frutta. Non è necessario presentarsi a digiuno, anzi è possibile mangiare anche due fette biscottate con marmellata. Quel che è fondamentale è non assumere latticini.

In generale è sempre consigliato prenotare la propria donazione al fine di ottimizzare il proprio dono (ad esempio se il proprio gruppo sanguigno al momento è già presente, sarebbe meglio aspettare qualche giorno prima di recarsi a donare, mentre se le scorte di sangue del proprio gruppo sanguigno sono ridotte, sarebbe opportuno recarsi a donare appena possibile). Come fare per sapere se è necessario recarsi a donare quanto prima o se sia più opportuno aspettare alcuni giorni? Alcune federate hanno applicazioni aggiornate in tempo reale che forniscono queste informazioni, ma se ha dubbi sarà sufficiente chiamare la sua associazione di riferimento per poter avere risposte aggiornate. In questi giorni prenotare la donazione è fondamentale perché permette di evitare inutili assembramenti e rende possibile un veloce e semplice pre-triage telefonico a tutela della salute di tutti.

No, a tutela della salute del donatore e al fine di garantire la maggiore qualità degli emocomponenti donati, restano in vigore le normali regole riguardanti le tempistiche da rispettare tra una donazione e l’altra. Se desidera donare con maggiore frequenza ricordi che la donazione del plasma è effettuabile con maggiore frequenza rispetto alla donazione del sangue intero: se tra due donazioni di sangue intero è necessario aspettare tre mesi, tra due donazioni di plasma è sufficiente aspettare 15 giorni. Se ha già donato sangue intero, le basterà aspettare 31 giorni prima di poter donare plasma. Ricordi sempre che è fondamentale prenotare la propria donazione.

La rassicuriamo sul fatto che non vi è trasmissione del nuovo coronavirus per via trasfusionale. È tuttavia importante, nel caso in cui dovesse sviluppare sintomi influenzali nei 14 giorni successivi alla donazione, che informi il servizio trasfusionale di riferimento dei sintomi presentati. Contatti il servizio trasfusionale, o la sede dell’associazione presso la quale ha donato anche se nei 7 giorni successivi alla donazione, dovesse:

  • scoprire di esser risultato positivo per infezione da SARS-CoV-2 (tampone positivo);
  • scoprire di essere entrato in contatto stretto, nei due giorni precedenti la donazione, con soggetto cui solo successivamente è stata posta diagnosi d’infezione da SARS-CoV-2 (tampone positivo);
  • notare insorgenza improvvisa di almeno uno dei sintomi compatibili con l’infezione da SARS-CoV-2 (febbre, tosse o difficoltà respiratoria).

Se dopo la donazione si apprende di esser entrati in contatto, nelle 48 ore precedenti la donazione, con un contatto positivo, è importante informare subito il servizio trasfusionale di riferimento, anche nel caso in cui non si presentino sintomi.

Se nei 14 giorni successivi alla donazione dovesse insorgere uno o più sintomi compatibili con l'infezione da SARS-CoV-2 (febbre, tosse o difficoltà respiratoria), è importante:

  • informare il servizio trasfusionale di riferimento dei sintomi presentati e, successivamente, dei relativi esiti;
  • seguire i canali sanitari previsti dai disposti normativi vigenti.

Come indicato dal Ministero della Salute: per i vaccini attualmente disponibili in Italia (Pfizer, Moderna, Astrazeneca e Johnson & Johnson) basta attendere 48 ore, prima di potersi recare a un servizio trasfusionale o a una unità di raccolta associativa. Solo nel caso la dose di vaccino sia seguita da sintomi quali febbre e spossatezza la donazione sarà possibile solo 7 giorni dopo la completa risoluzione dei sintomi.Per ulteriori informazioni si invita a visitare la pagina del Ministero della Salute.Se ha ulteriori dubbi non esiti a contattarci: fidas.it/contatti/Per ulteriori informazioni ricordiamo che è importante consultare fonti affidabili. Il Centro Nazionale Sangue, quale organo del Ministero della Salute operante presso l'Istituto Superiore di Sanità, rappresenta la principale fonte di riferimento sul tema trasfusionale.

Secondo quanto raccomandato dal Centro Nazionale Sangue lo scorso 03 gennaio 2022, i soggetti con diagnosi confermata di infezione da SARS-CoV-2, che abbiano ottemperato alle vigenti disposizioni per il termine dell’isolamento domiciliare e conseguente rientro in comunità, ai fini della donazione di sangue ed emocomponenti possono essere accettati alla donazione:

  • se sono trascorsi almeno 14 giorni dalla completa risoluzione dei sintomi (fatta eccezione per ageusia/disgeusia e anosmia che possono perdurare per diverso tempo dopo la guarigione)
  • oppure in presenza di un test molecolare o antigenico negativo eseguito secondo le tempistiche previste dalla sanità pubblica.

Il Centro Nazionale Sangue, con nota del 09 dicembre 2021, ha ribadito che l’accesso del donatore alle sedi di raccolta, nel rispetto delle misure di prevenzione generale a garanzia della sicurezza della donazione, non è subordinato al possesso della certificazione verde COVID-19 (“green pass base” o “green pass rafforzato” ).

La vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19 rimane comunque fortemente raccomandata per tutti i donatori, a salvaguardia della salute propria e dei familiari.